APPENA MAGIORENNE

Quando ho conosciuto C., una diciasettenne compagna di classe di mia figlia ho subito avuto un presentimento; fin dalla prima volta notavo che mi guardava come solitamente fa una donna adulta quando prova interesse per un maschio e ciò non era decisamente nella normalità.
Agli inizi il fatto mi faceva sorridere dentro di me ma con il passare del tempo, complici anche i pomeriggi trascorsi a studiare a casa mia ho iniziato a sentire fastidio per la sua insistenza, nascosta ma frequente nel fissarmi sempre più intensamente.
Non rispondevo ai suoi sguardi anzi , quando possibile mi allontanavo ma qualche volta pranzava con noi e in quei casi non potevo sparire.
Un giorno la riaccompagno a casa dopo gli studi e mia figlia mi avvisa che non si unirà a noi poiché sente dei dolori per il ciclo e preferisce restare stesa sul divano.
Durante il tragitto, con l’autoradio accesa a volume alto e immersi nei mie pensieri C. apre bocca” Non so se sei interessato ma non sono vergine, ho avuto vari rapporti di sesso”.
Mi volto verso il suo viso con un espressione sorpresa e lei continua: “ per te che problema è se scopiamo!”
“A parte che sono vecchio quanto tuo padre” rispondo molto tranquillamente “ credo che la tua esperienza sia più regolare con ragazzi della tua età invece che cercare storie inutili, dannose e impossibili” e mi rigiro verso la strada “ e poi sei anche minorenne e io sono attratto da donne della mia generazione”.
“Questo lo decido io” risponde “ e se voglio fare sesso con un uomo maturo perché non potrei!”
“ Oh certo che puoi ma non sarò io “ e li finisce il discorso.
Tuttavia il suo modo di fare nei miei confronti non cambia; l’amicizia con mia figlia resta intatta e anche le sue visite.
Quando arrivano a frequentare l’ultimo anno delle scuole superiori sono entrambe maggiorenni; C. riesce a restare con me un attimo in solitudine e mi sussurra: “ora sono maggiorenne, puoi scoparmi”.
Neanche l’ascolto anzi le faccio capire che è inutile continuare o sperare, non fa per me sia per la sua età sia per i miei gusti .
Sembra che la mia indifferenza cominci ad avere successo; quando è con noi è più distaccata nei miei confronti e tiro un sospiro di sollievo: il problema mi stava preoccupando seriamente.
Durante il periodo estivo gli incontri sono molto meno frequenti; con mia figlia si vedono fuori casa non avendo impegni di studio e io non penso più al passato.
Un pomeriggio inoltrato sto tornando da un impegno e lungo la strada sono costretto a fermarmi; C. sta facendo il segno con il pollice dell’autostop e so che riconoscerà la mia auto; mi fermo e lei , prima di salire, si rivolge a un ragazzo fermo poco dopo la mia auto e gli urla: “vaffanculo coglione”; sale e mi chiede di avviarmi.
E’ decisamente arrabbiata e chiedo :” problemi”?
“Certo” dice “ quello si è incazzato perché ha saputo che gli ho fatto le corna, allora? Quale è il problema? Mica posso essere tutta per lui?”
Rido e dico “ solitamente due persone che si vogliono bene non si tradiscono” ma lei è pronta “ ah come fai tu con tua moglie, raccontalo a qualcun altro” e senza che potessi intervenire poggia la mano tra le mie gambe: “io voglio scopare, trova un posto”.
“No” rispondo “ proprio no” e subito: “si invece e non sei il primo “matusa” , tranquillo, già mi sono divertita molto e nessuno si è lamentato” e muove la mano che sto tentando di togliere.
“Poco più avanti c’è una stradina di breccia, gira li”; e va bene, vediamo che vuol fare.
Parcheggio in un posto assolutamente deserto e nascosto da grandi alberi e non ho il tempo di spegnere il motore che già ha liberato il suo seno.
Mi prende la testa e si avvicina portando la sua tetta sul mio viso; mi scanso e le dico: “ora facciamo qualcosa ma solo ciò che voglio io, vai sul sedile dietro”.
Le chiedo di spogliarsi mentre io resto con i vestiti e la faccio stendere con le gambe aperte; le solletico la vagina contorniata da peli chiari usando le dita e lei già aumenta il respiro; mi accosto con il viso tra le gambe e comincio a fare ciò che amo di più; la lecco intorno alla fessura delicatamente ruotando intorno alla sua fica poi entro con la punta dentro e la scruto; C. si dimena in preda a un piacere appena percettibile ma che sta crescendo; uso solo bocca e lingua che inizio a struffare su e giù sentendo i suoi umori che cominciano a fuori uscire; i suoi gemiti non smettono di uscirle dalla bocca e continuo a leccarla senza concedermi soste se non per sputare qualche pelo che mi resta sulla lingua; il suo clitoride è spudoratamente fuori ma non lo sfioro neanche, mi dedico alla fessura che pulsa e inizia a sapere di salato; C. è vicino al piacere, sento salire i suoi battiti e so che sta per venire; alcuni colpi ancora e quando oramai l’orgasmo è pronto per esplodere mi fermo di botto e le soffio sulla fica; spalanca gli occhi come a maledirmi e pregandomi di continuare ma aspetto invece che il suo desiderio cali appena; quando penso che sia ora riprendo a leccarla, sempre e solo sulla fessura e subito lei chiude gli occhi e si concentra; stavolta far salire il piacere è più veloce ed ecco che finalmente sta per godere ma mi fermo ancora; urla “nooo” mentre sto assolutamente immobile; sembra quasi voglia piangere dai rumori che fa e mi rituffo in mezzo alle sue cosce e ricomincio la tortura; chissà se è ancora contenta della sua fissazione a scopare me; sale ancora la sua voglia e capisco che è eccitata come forse poche altre volte e quando sente che la lingua si attacca alle sue carni si abbandona del tutto sul sedile e aspetta che finalmente tutto si concluda.
Sale la sua pressione, ora fatica un po più anche perché timorosa che per l’ennesima volta io possa smettere ma non riesce a contenersi e riprende a gemere nell’attesa più lunga che abbia mai provato.
Quando sento che potrebbe arrivare al piacere mi sposto sul suo clitoride eretto e la mia lingua inizia a colpirlo in modo ritmato e deciso; ha un orgasmo che la fa urlare in modo osceno, si dimena e si muove, si aggrappa al sedile, a me, dove può e sembra non finire mai il suo piacere; gli occhi sono sbarrati e la bocca aperta in un lungo suono inarticolato indecifrabile.
Quando alzo la testa e la guardo so che ha avuto un orgasmo che non dimenticherà troppo presto; lei sorride e respira in modo affannoso e mi chiede di scoparla.
“No, solo questo” le dico “dovrai accontentarti”.
“Voglio ricambiare, lo voglio in bocca almeno” mi esorta , dopo aver esitato, le consento di farlo.
Mi sbottona i pantaloni come se fosse a digiuno da giorni e come il mio arnese esce fuori apre la bocca e subito cerca di ingoiarlo.
La lascio fare per un po in modo che si impegni e si diverta poi le afferro il capo e spingo per farle ingoiare più cazzo possibile; a volte sembra soffocare, altre avere conati ma lentamente si abitua e sembra anche che le piaccia abbastanza.
Lavora tra le mie gambe per un tempo piuttosto lungo cercando di fare in modo di farmi giungere al capolinea ma capisce che non è facile; le scanso il viso sudato e la faccio restare accanto al cazzo con la bocca aperta e prendo a masturbarmi; le tengo il mento vicino e cerco di concentrarmi; con uno sforzo finalmente sento salire il sangue e so che sto per godere; indirizzo il glande sulla sua bocca e con gli ultimi tocchi comincio a sborrare copiosi schizzi di sborra tutti dentro la sua bocca e alcuni le finiscono sul viso e sugli occhi; spingo il cazzo dentro le sue labbra e aspetto che lecchi tutto.
“Bene, questo è ciò che puoi avere da me, ora smetti di cercare esperienze diverse e va con ragazzi adatti a te”.
Mi sorride senza rispondere; non sarà facile liberarsi.

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